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Orari
martedì 14 marzo 2023, ore 21:00
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Genere Drammatico durata 122 minuti
Regia
Cast
Rama insegna letteratura francese all'università e scrive il suo prossimo libro sul mito antico di Medea. A ispirare le sue pagine è Laurence Coly, madre infanticida che ha 'affidato' la sua bambina al mare. Processata per il suo crimine, Laurence si rivela impenetrabile e contraddittoria. Immigrata senegalese, educata dai genitori a essere sempre garbata e composta, la sua deposizione è esemplare fino alla mostruosità. E in lei accusa e testimoni vedono soltanto un mostro da rinchiudere per sempre. Non la pensa evidentemente così la difesa, che pronuncia la sua arringa defensionale dotta, non la pensa così Rama, che assiste a un processo in risonanza costante con la sua vita e la sua gravidanza.
Con Saint Omer, il suo cinema persevera nell'esplorazione di un'assegnazione sociale per meglio fuggirla. Il film si apre allora su una donna nera in cattedra, un'intellettuale solenne come una regina, che non è dove ce l'aspettiamo ma è esattamente dove siamo. È forse per questo che i suoi film ispirano sempre una forza pacifica, una tensione nel montaggio che non dà niente per scontato e scommette sulla ricchezza dei segni che emanano dai volti, dai corpi, dalle situazioni o dai paesaggi. È così che ci fa intendere l'ingiustizia, così che ci allerta sull'esperienza della violenza razzista, sul vissuto dei neri e delle minoranze in seno alla Francia.
Autrice francese di origine senegalese, Alice Diop ha disegnato negli anni un ritratto obliquo della società francese, esplorando con generosità e rigore la singolarità di esistenze plurali. Con Nous, documentario del 2020, aveva percorso le banlieue parigine in lungo e in largo seguendo la RER B, fil rouge del suo racconto e linea di trasporto pubblico che attraversa l'Île-de-France da nord a sud, ovvero territori con uno status sociale terribilmente contrastato. Conosciuta fino ad oggi per i suoi documentari su temi sociali, debutta nella fiction ispirata da una storia vera.
Un crimine che nel 2013 ha scosso la comunità di Saint Omer, dove una donna ha ucciso la sua bimba e poi l'ha abbandonata sulla spiaggia di Pas-de-Calais. Il film, che prende il titolo dal luogo dei fatti, ripercorre il suo processo attraverso gli occhi di una scrittrice incinta del suo primo figlio.
Al cuore di Saint Omer c'è la maternità, al centro del tribunale un'imputata (Guslagie Malanda) che ci confronta con l'ambiguità della maternità. Un personaggio che non suscita forzatamente compassione ma rimbalza ogni semplificazione. Potente, mostruosa e se vogliamo patologicamente folle, Laurence Coly non è mai univoca. Per questa ragione la messa in scena di Alice Diop ci invita ad attendere, a guardare, ad ascoltare seduti in tribunale accanto a Rama (Kayije Kagame). E potete scommetterci che qualcosa accadrà, al limitare.
Così funziona il film che prende il suo slancio da un atto crudo e terribile. I fatti sono accertati, la colpa riconosciuta ma il punto è altrove, la pena inflitta all'imputata dipende largamente dalla sua personalità. Laurence ha un portamento fiero, una proprietà di linguaggio impeccabile, una gravità melanconica che suscita rispetto e trattiene la pietas. Ma quella misericordia, non sembra nemmeno volerla, è soltanto determinata ad affrontare il racconto della sua vita e quello breve della sua bambina. Ma più parla e più cresce il suo e il nostro disagio.
Fonte: My Movies